U COME UNICORNO
U COME UCCELLINO UGO
Erano ormai tre
settimane che mamma uccellino curava il suo uovo. Non vedeva l’ora che si
schiudesse, per questo però bisognava aspettare che la luna diventasse tonda
come una palla.
Passarono i giorni e
piano piano lo spicchio che brillava nel cielo si ingrandì, riempiendosi di
luce. Finalmente, la luna piena!
Uccellino sentiva il
respiro regolare di albero, vide la sagoma di elefante che dormiva seduto e
quella di orso distesa sul prato. Sentì il rumore di istrice che si girava nel
sonno. Guardò l’uovo… qualcosa si muoveva!
TUC TUC TUC … qualcuno
bussò dentro il guscio. Uccellino restò in silenzio, con il fiato sospeso.
TUC TUC TUC… sentì
di nuovo. Il guscio si incrinò; ancora un minuto e l’uovo si sarebbe aperto.
Proprio in quel
momento un nuvolone nero coprì la luna e la collina piombò nella completa
oscurità. Grossi goccioloni cominciarono a cadere, mentre il tuono brontolava e
spariva lontano.
Uccellino si
aggrappò al nido con tutte le sue forze, cercando di proteggere l’uovo.
Quando la tempesta
finì, uccellino gridò: – Il mio uovo! Il mio uovo non è più nel nido!
Gli amici accorsero
e cominciarono a cercare tra l’erba.
All’alba, istrice
gridò: – Venite, presto!
Vicino a una radice
di albero trovarono i resti dell’uovo…. E in quel momento sentirono un verso
delicato: – CIP CIUP, CIP CIUP!
Poco distante dalla
radice, nascosto da un filo d’erba, videro un tenero uccellino. Era uscito
dall’uovo durante la tempesta ed era caduto dal nido.
– Piccolo mio! –
esclamò la mamma uccellino.
Elefante prese il
piccolo con la proboscide e lo mise nel nido, albero lo riparò con le sue
foglie, istrice gli offrì una mela, orso gli fece una carezza e uccellino lo
nutrì.
Quella notte,
uccellino fece un sogno. Sognò di volare sempre più in alto e via via che
saliva si trasformava: sparivano le ali e il becco, le zampe si accorciavano…
e, alla fine, rimase solo una letterina che brillava nella notte. Era la
lettera U… come Uccellino.
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